PDD MDD IDD

SIGNIFICATO IDD MDD PDD

Nel 1996 c’è stata una Consensus Conference sugli incidenti subacquei organizzata dall’European Committee for Hyperbaric Medicine (EDTC) a Marsiglia

Gli esperti decisero di abolire il termine Decompression Sickness – in italiano Malattia da Decompressione (MDD), perché con la parola “malattia” si intende l’alterazione dello stato di benessere fisico, mentale e sociale, completo spesso per l’interazione tra una causa esterna e una riduzione delle difese corporee.

Il subacqueo, invece, subisce un incidente/infortunio (evento inatteso) al pari di un autista soggetto un incidente stradale. Per questo, da allora si utilizza il termine Incidente da Decompressione (IDD)

In Italia, comunque, alcuni utilizzano il termine Patologia da Decompressione (PDD) per indicare l’incidente da decompresssione (ex MDD).

In molti casi la terminologia PDD è usata per raggruppare sia l’incidente da decompressione (IDD) che tutte le conseguenze della sovradistensione polmonare (Embolia Gassosa Arteriosa – EGA inclusa).

 

La Patologia Da Decompressione, o PDD, è un termine utilizzato per descrivere quella malattia derivante da una riduzione della pressione nell’ambiente che circonda l’organismo

IDD

PATOLOGIA DA DECOMPRESSIONE

IDD

EMOBOLIA GASSOSA ARTERIOSA

EGA

Bolle che si formano nei tessuti e che causano danni locali

Deriva dall’ingresso di bolle nella circolazione polmonare, bolle che sono successivamente trasportate attraverso le arterie e che causano danni tissutali a distanza, ostruendo il flusso sanguigno a livello dei vasi più piccoli

IDD

PATOLOGIA DA DECOMPRESSIONE

La patologia da decompressione riguarda i subacquei, gli aviatori, gli astronauti e tutti coloro che lavorano con l’aria compressa. 

Negli Stati Uniti, essa si manifesta in circa 1.000 subacquei l’anno. 

Inoltre, la PDD colpisce a caso. Il principale fattore di rischio per la PDD è una riduzione della pressione ambiente, ma ci sono altri fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di andare incontro alla PDD, indipendentemente dal rispetto dei parametri di sicurezza: Incidenti Incolpevoli

FATTORI DI RISCHIO

Se le risalite veloci sono strettamente collegate al rischio di EGA, altri fattori che si ritiene possano incrementare il rischio di PDD, sono: l’età, l’obesità, la disidratazione, la scarsa forma fisica, il fumo. In pratica oggi possiamo affermare quindi che l’incidente subacqueo non è tanto dovuto a cause esterne ma più a cause interne.


Gli sforzi effettuati subito dopo l’immersione, le immersioni profonde/prolungate, l’acqua fredda, gli sforzi effettuati in profondità e la presenza di patologie polmonari sono altri fattori di rischio acclarati.

In effetti c’è qualcosa dentro l’organismo che po’ determinare eventualmente il danno: quindi a parità di immersione tra due individui, se accade un problema ad un sommozzatore è probabile che in quella persona c’è qualcosa che non funziona, come se si perdesse collegamento dalla periferia al centro 

Inoltre, sembrano esserci diversi altri fattori di rischio individuali che non sono stati ancora ben identificati legati al cromosoma 7. 

Poiché la PDD è un evento casuale, quasi tutti i profili d’immersione potrebbero provocare una PDD, a prescindere da quanto possano apparire sicuri. 

Il motivo è che i fattori di rischio, sia quelli riconosciuti, sia quelli ancora non ben noti, possono influenzare la probabilità di comparsa di PDD in molteplici modi. 

A causa di questo, la valutazione medica di un subacqueo per verificare la possibile presenza di una patologia da decompressione deve essere effettuata caso per caso, valutando i segni ed i sintomi lamentati dal subacqueo e non basandosi solo sul profilo dell’immersione.

Questo è il motivo per il quale alcuni subacquei sembrano soffrire di PDD più frequentemente rispetto ad altri, anche se hanno seguito lo stesso profilo d’’immersione.

BENDS O “MALATTIA DEI CASSONI”

È il risultato di un’inadeguata decompressione in seguito all’esposizione ad un aumento di pressione. 

In alcuni casi, l’affezione è di grado lieve e non rappresenta una minaccia immediata. In altri casi, invece, possono comparire lesioni gravi; quando questo accade, più rapidamente si inizia il trattamento, maggiori saranno le probabilità di un recupero completo. 
Durante l’immersione, i tessuti del corpo assorbono azoto dalla miscela respiratoria in misura proporzionale rispetto alla pressione circostante.

Finché il subacqueo rimane a quella pressione, l’azoto non dà problemi. 

Se la pressione si riduce troppo rapidamente, tuttavia, l’azoto non rimane in soluzione e forma bolle nei tessuti e nella circolazione sanguigna. 

Questo comunemente si verifica in conseguenza della violazione o dell’eccessivo avvicinamento ai limiti concessi dalle tabelle di immersione, ma può accadere pur avendo seguito le linee guida di riferimento, INCIDENTE INCOLPEVOLE

Le bolle che si formano all’interno o in prossimità delle articolazioni, sono la probabile causa del dolore dovuto ad una “BENDS” classica. 
Quando si formano elevati livelli di bolle, nell’organismo possono innescarsi reazioni complesse, solitamente a carico del midollo spinale o del cervello. Come risultato, si possono verificare intorpidimento, paralisi e disturbi delle funzioni cerebrali superiori

Se si saltano consistenti fasi della decompressione ed un gran numero di bolle entra nella circolazione sanguigna venosa, possono verificarsi sintomi congestizi a livello polmonare e shock circolatorio.

SINTOMI BENDS

AFFATICAMENTO INSOLITO

DOLORE ALLE ARTICOLAZIONI E/O AI MUSCOLI DI BRACCIA, GAMBE E TORACE

INTORPIDIMENTO, FORMICOLIO E PARALISI

ERUZIONI CUTANEE

PRURITO CUTANEO

INTONTIMENTO, VERTIGINI, ACUFENI (RONZII ALLE ORECCHIE)

DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE

PARALISI, DEBOLEZZA MUSCOLARE

DISTURBI DELLA MINZIONE (DIFFICOLTÀ AD URINARE)

CONFUSIONE, ALTERAZIONI DELLA PERSONALITÀ, COMPORTAMENTO BIZZARRO

AMNESIA, TREMORI

DIFFICOLTÀ DI DEAMBULAZIONE

ESPETTORATO SCHIUMOSO E SANGUINOLENTO

COLLASSO O PERDITA DI COSCIENZA

 

 

I segni ed i sintomi solitamente compaiono in un intervallo di tempo che va dai 15 minuti alle 12 ore dopo l’emersione; ma, nei casi gravi, i sintomi possono comparire prima dell’emersione o immediatamente dopo. 

Raramente i sintomi compaiono più tardivamente, ma questo può accadere, soprattutto in seguito ad un volo aereo dopo l’immersione.

BENDS RICONOSCIMENTO DEI SINTOMI

Le manifestazioni più comuni dei BENDS sono il dolore alle articolazioni e l’intorpidimento o il formicolio. 

Dopo di questi, i sintomi più comuni sono rappresentati dalla debolezza muscolare e dall’incapacità di urinare. Un BENDS di grado severo è facile da identificare perché i segni ed i sintomi sono evidenti. 

Tuttavia, la maggior parte dei BENDS  si manifesta in modo subdolo, con dolore articolare lieve o con parestesie (una sensazione anomala come sentire bruciore, formicolio o intorpidimento) ad un’estremità. 

In molti casi questi sintomi vengono attribuiti ad un’altra causa quale uno stiramento muscolare, un eccessivo affaticamento o persino alla muta stretta. 

Questo determina un ritardo nella richiesta di assistenza e questo è il motivo per il quale spesso si osserva che i primi sintomi di BENDS non sono riconosciuti come tali. 

A volte questi sintomi rimangono lievi e scompaiono da soli, ma molte volte aumentano in intensità fino a che non diventa evidente che c’è qualcosa che non va e che si ha bisogno di assistenza.

TRATTAMENTO E ASSISTENZA IN CASO DI BENDS

I BENDS di grado severo possono rimanere danni permanenti: ad esempio disfunzioni urinarie, sessuali o debolezza muscolare, tanto per citarne solo alcune. 
In alcuni casi BENDS di tipo neurologico si possono verificare danni permanenti del midollo spinale, danni che possono o non provocare dei sintomi. 

Tuttavia, questo tipo di danni può ridurre le probabilità di un completo recupero in seguito ad un successivo episodio di BENDS

I dolori persistenti alle articolazioni non trattati si pensa possano causare piccole zone di danni ossei chiamate osteonecrosi. Di solito, questi non provocheranno sintomi, salvo che si siano verificati diversi episodi di BENDS non trattati. Tuttavia, se ciò accade, si possono presentare abbastanza danni da provocare una fragilità ossea, blocchi articolari o artrite.

PREVENZIONE BENDS

I subacquei ricreativi dovrebbero immergersi in modo conservativo, sia che utilizzino le tabelle che i computer subacquei. 

Per fare i calcoli, spesso i subacquei esperti adottano sulla tabella una profondità (rispetto alla profondità realmente raggiunta) di 10 piedi (3 metri) superiore a quella richiesta dalla procedura standard. 

Questa prassi è molto consigliata per tutti i subacquei, in particolare quando ci s’immerge in acque fredde o quando si effettuano immersioni impegnative

I subacquei che s’immergono con il computer dovrebbero essere prudenti nell’avvicinarsi ai limiti di non-decompressione, soprattutto quando ci s’immerge a profondità superiori ai 30 metri. 
L’evitare i fattori di rischio descritti in precedenza (immersioni profonde/prolungate, sforzi in profondità o dopo l’immersione) farà diminuire la probabilità di comparsa di BENDS

Anche l’esposizione ad altitudine o il volare troppo presto dopo l’immersione possono incrementare il rischio di BENDS 

Il DAN ha pubblicato le linee guida per il volo dopo l’immersione.

IDD

EMBOLIA GASSOSA ARTERIOSA
EGA

Se un subacqueo riemerge senza espirare, l’aria bloccata nei polmoni durante la risalita si espande e può determinare la rottura del tessuto polmonare  lesione denominata barotrauma polmonare  così che le bolle di gas possono passare nella circolazione arteriosa. 
Questa le distribuisce ai tessuti del corpo in proporzione al flusso sanguigno. Poiché il cervello riceve la maggior quantità di flusso sanguigno, esso diventa il principale organo bersaglio dove, se sono spinte nelle arterie più piccole, le bolle possono interrompere la circolazione. 
Questa è l’embolia arteriosa gassosa, o EGA, che è considerato il  più grave di IDD

DINAMICHE EGA

In alcuni casi il subacqueo può fare una risalita in preda al panico, o può trattenere il respiro durante la risalita. 

Tuttavia, l’EGA può presentarsi anche se si effettua una risalita del tutto normale, ed una patologia polmonare quale la bronchite cronica ostruttiva può far aumentare il rischio di EGA. 
Il quadro clinico più grave dell’embolia gassosa è rappresentato dal subacqueo che riemerge in stato d’incoscienza e che rimane tale, o dal subacqueo che perde conoscenza nei 10 minuti successivi alla riemersione. 

In questi casi, si presenta una vera e propria emergenza medica e diventa prioritario l’immediato trasporto verso un centro medico attrezzato. 

RICONSCIMENTO EGA

Così come per la BENDS, i sintomi lievi possono non essere attribuiti allo svolgimento dell’attività subacquea, facendo ritardare l’adeguato trattamento. 

A volte i sintomi possono risolversi spontaneamente ed il subacqueo non si sottoporrà al trattamento. 

Le conseguenze di ciò sono simili a quelle della BENDS non trattata: possono presentarsi danni cerebrali residui, rendendo così più probabile la presenza di sintomi residui in seguito ad una successiva esposizione all’EGA, anche qualora questa seconda esposizione venga opportunamente trattata

SINTOMI EGA

L’embolia gassosa può causare sintomi di disfunzione neurologica meno evidenti, come le sensazioni di formicolio o d’intorpidimento, di debolezza senza paralisi manifesta, o presenza di difficoltà mentali senza palesi segni di confusione in individui che sono coscienti e facilmente risvegliabili. 

In questi casi, si ha il tempo per poter eseguire una valutazione più completa presso un medico esperto in medicina subacquea, in modo da poter escludere eventuali altre cause della sintomatologia. 

VERTIGINI

VISIONE OFFUSCATA

AREE CON SENSIBILITÀ RIDOTTA

DOLORE AL TORACE

DISORIENTAMENTO

SANGUINAMENTO DALLA BOCCA O DAL NASO

PARALISI O DEBOLEZZA

CONVULSIONI

STATO DI INCOSCIENZA

STATO DI INCOSCIENZA

MORTE

 

PREVENZIONE EGA

Rilassarsi e respirate sempre normalmente durante la risalita. 

Le patologie polmonari quali asma, infezioni, cisti, tumori, tessuti cicatriziali post-chirurgici o patologie ostruttive polmonari possono predisporre un subacqueo alla comparsa dell’embolia gassosa. 
Se si soffre di una qualsiasi di queste affezioni, è necessario sottoporsi ad una visita medica effettuata da uno specialista in medicina subacquea

TRATTAMENTO

Eseguire una valutazione iniziale sul luogo dell’immersione. 

Sospettate la presenza di un IDD se uno qualsiasi dei segni o dei sintomi precedentemente descritti si presenta nelle 24 ore successive alla riemersione dall’immersione. 

Lo stato iniziale del subacqueo infortunato determinerà l’ordine e l’urgenza delle azioni da intraprendere. 

Il trattamento sia dell’EGA che della BENDS consiste nella ricompressione terapeutica. In ogni caso, il trattamento precoce della malattia da decompressione e dell’embolia gassosa arteriosa è lo stesso. Sebbene un subacqueo con BENDS severa o con EGA richieda come trattamento definitivo una ricompressione urgente, è essenziale che il paziente venga stabilizzato presso la struttura medica più vicina prima del trasporto alla camera iperbarica. 
Il pronto soccorso precoce con ossigeno è molto importante e può ridurre i sintomi in modo sostanziale, ma questo non dovrebbe determinare cambiamenti nel programma di trattamento. 

Dopo l’iniziale somministrazione di ossigeno, i sintomi dell’embolia gassosa e della malattia da decompressione severa spesso scompaiono, ma possono riapparire successivamente

Il ritardo nella richiesta di trattamento comporta un elevato rischio di sintomi residui; col tempo, danni inizialmente reversibili possono diventare permanenti. Dopo un ritardo di 24 ore o più, il trattamento può diventare inefficace ed i sintomi possono non rispondere al trattamento.

Dopo un trattamento, in alcuni casi, possono rimanere sintomi residui. L’indolenzimento all’interno e nei paraggi di un’articolazione che sia stata interessata dalla BENDS è alquanto comune e solitamente si risolve nell’arco di alcune ore.

Se l’IDD è stato di grado severo, può essere presente una significativa disfunzione neurologica residua, anche dopo il trattamento più aggressivo. 

In questi casi, possono essere messi in atto trattamenti successivi, associati alla fisioterapia. 

Le buone notizie sono che, qualora il trattamento sia messo in atto prontamente, di norma il risultato è la risoluzione completa di tutti i sintomi.

LINEE GUIDA

Per i subacquei ricreativi, per i quali la subacquea non rappresenta un mezzo di sostentamento, si deve considerare un approccio più conservativo, per minimizzare ulteriormente la probabilità che si vada incontro ad un nuovo incidente.

Dopo un IDD che si è presentata solo con il dolore senza sintomi neurologici, si raccomanda un tempo di attesa di almeno due settimane senza fare immersioni. 

Se ci sono stati sintomi neurologici lievi, si consigliano sei settimane senza immersioni.

Se ci sono sintomi neurologici severi o dei sintomi residui, si consiglia di non immergersi più. 

Anche se i sintomi non fossero stati severi e si fossero risolti completamente, un subacqueo che abbia avuto diversi episodi di IDD deve attenersi a speciali precauzioni. 

Se le BENDS sono comparse laddove altri subacquei che hanno seguito lo stesso profilo di immersione non hanno presentato alcuna sintomatologia, il subacqueo può avere un’aumentata predisposizione alle BENDS

In questi casi è necessario consultare un Medico specialista in Medicina Subacquea per determinare se l’attività subacquea possa di nuovo essere intrapresa in sicurezza.

STATISTICHE

Attualmente, l’embolia cerebrale è responsabile di circa il 10 per cento di tutti i casi di IDD annuali. 

Tuttavia, l’EGA si è significativamente ridotta nel corso dell’ultima decade, passando dal 18 per cento dei casi alla fine degli anni 80 ed all’inizio degli anni 90 a percentuali più basse. Nel 1997, questa percentuale era scesa al 7-8 per cento. 
Nel 2001, l’EGA era ancora presente per il 7-8 per cento, ma nel 2002 era scesa al 6.6 per cento del totale dei casi di IDD. Si è ipotizzato che uno dei motivi di questo calo sia stato l’avvento dei computer subacquei, che aiutano a controllare la velocità di risalita, ricordando ai subacquei di risalire lentamente.

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